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Taranto, tesoro nascosto di Puglia: tra Ori della Magna Grecia e delfini in libertà

Un weekend a Taranto, gioiello della Magna Grecia ma anche sede del gigante europeo della siderurgia. Ecco, come in una rosa dei venti, quattro dritte per (ri)scoprirla senza pregiudizi e senza perdersi il meglio.

IL MARTA - Nel borgo murattiano ordinato ed elegante sorge il vero gioiello di Taranto: il museo archeologico nazionale di Taranto. Inaugurato nella sua forma attuale nel 2007, e recentemente affidato nelle mani della prima direttrice donna, è il simbolo della rinascita culturale di Taranto. La struttura, moderna ed elegante, custodisce una delle più grandi collezioni di manufatti dell'epoca della Magna Grecia, tra cui i famosi Ori di Taranto. Pietre preziose e metalli intarsiati di straordinaria fattura si susseguono in un percorso dall'età arcaica all'epoca bizantina, alternando monili e gioielli (splendidi il diadema, le coroncine di foglie di alloro e gli orecchini a disco con tre pendenti) a piccoli oggetti di uso comune, tra cui specchi, scatole porta trucco e spilloni. Non perdete lo strabiliante schiaccianoci di bronzo a forma di mani, impreziosito da bracciali in oro. E ancora: sculture in marmo ed in pietra tenera, tombe monumentali, ceramiche delle necropoli ed una collezione di mosaici raffiguranti pantere, capre e grifoni da rimanere a bocca aperta. Uno scrigno che contiene un tesoro conosciuto da pochi e per questo ancor più prezioso.

TARANTO VECCHIA - In questa città ricca di storia, gli affacci più belli sul golfo sono di proprietà della Marina Militare (la base navale di Taranto è seconda in Italia solo a La Spezia). Lo è anche il Castello Aragonese, dal quale si ascolta la musica del vicino Jazz Bar sul mare, ideale per un aperitivo vista sul golfo. Potrete visitarlo praticamente a qualsiasi ora. Vi ci accompagneranno militari in divisa dalle 9.30 all’1.30 di notte, raccontandovi con dovizia di particolari la storia di questa fortezza costruita nel 1492 per difendersi dai turchi. Non perdete, tra i reperti qui conservati, il pacchetto di sigarette di inizio Novecento con su scritto “Stronca il raffreddore”.

Proprio di fronte al castello, in direzione di uno degli accessi al centro storico più utilizzati, le solenni colonne dell’antico Tempio Dorico, detto erroneamente di Poseidone. Fino al 1700, ne era stata scoperta solo una, rimasta però incastrata nella struttura muraria del piccolo cortile dell’ex ospedale dei Pellegrini: il suo capitello faceva da terrazzino a un balcone con vasi di piante e fiori. Vide la luce solo durante gli scavi per la costruzione del Palazzo delle Poste (poi costruito nel Borgo Nuovo).

Percorrete via Duomo, il cuore della città vecchia, alzate lo sguardo per ammirare gli antichi palazzi nobiliari, fermatevi a bere qualcosa al Caffè Letterario “Cibo per la Mente” e fate caso alle tante botteghe minuscole e strapiene di qualsiasi merce. Arrivate fino allo slargo ciottolato dove la maestosa Cattedrale di San Cataldo vi si staglierà davanti. In un perfetto equilibrio di stili (barocco, bizantino e romanico), custodisce la straordinaria Cappella dedicata al Santo Patrono, profusione di marmi policromi, statue settecentesche ed un soffitto affrescato. Ricordate di avvicinarvi anche all’altare principale, posto più in alto del solito: custodisce le reliquie del Santo ed è sormontato dal massiccio busto in argento che lo raffigura. Attenzione: non potrete visitarla durante la Santa Messa.

Di fronte, nell’ex monastero di Santa Chiara, oggi sede del Tribunale dei Minorenni, è ancora visibile una delle poche ruote degli esposti d’Italia. Complici l’intricato labirinto di viuzze e la forma stessa della ruota inserita nel muro, consentiva alle madri di abbandonare il proprio bimbo senza essere riconosciute. Al suono della campanella, le monache accorrevano a raccogliere il neonato, spesso accompagnato di elementi per eventuali riconoscimenti successivi come monete spezzate o immaginette sacre tagliate a metà.

IL PONTE GIREVOLE - Cominciamo sfatando un mito: è detta la “città dei due mari”, ma, in realtà, di mare ne ha uno solo (lo Ionio), ma lo scenografico golfo (il più bello di Puglia e non solo) sul quale si affaccia si divide in due bacini: il Mar Piccolo ed il Mar Grande, appunto. Dinanzi al sole infiammato che tramonta dietro la linea dell’orizzonte, arrivavano e partivano navi piene di lana, vino, fichi e conchiglie. E’ nel nucleo antico della città che nacquero il matematico Archita, il musicista Aristossene e soggiornarono Platone, Orazio e Viriglio. Uscendo dal borgo antico, guardate da lontano prima e percorrete poi, il vero simbolo della città: il ponte girevole. Con i suoi 89,9 metri di lunghezza e 9,3 metri di larghezza, viene aperto per consentire il passaggio delle grandi navi militari dirette alle banchine ed ai bacini dell'Arsenale della Marina Militare situati nel Mar Piccolo. Il transito delle navi con l'equipaggio sul ponte è un momento molto suggestivo per i familiari e gli amici che salutano i propri cari dal lungomare.

I DELFINI - Il golfo di fronte a Taranto è l’habitat preferito da branchi stanziali di centinaia di delfini che ogni giorno si lasciano ammirare dagli ospiti del catamarano dell’associazione Jonian Dolphin Conservation, tra le 22 eccellenze italiane riconosciute all’Expo 2015, che li monitora in collaborazione con l’Università di Bari e con alcune università statunitensi. Si salpa di buon’ora dal Molo Sant’Eligio e, con le spiegazioni di biologi marini e marinai, si conoscono le abitudini di questi mammiferi, che riescono a nuotare anche a 70 km/h in apnea, risalendo a galla per prendere aria. Hanno forte il senso della famiglia (dopo la nascita sono le cosiddette “zie” a spingere il piccolo a galla a respirare) e dormono in coppia a pelo d’acqua, facendo riposare un emisfero alla volta. Una volta individuato il branco si spengono i motori e ci si ritrova circondati da decine di delfini, dei quali si riesce a percepire ogni singolo rumore e movimento. Tra salti acrobatici, sbuffi e schizzi, è un’emozione incredibile per grandi e piccini. Altroché zoo e delfinari. Dopo il pranzo a bordo, prima di rientrare, si costeggiano le Isole Cheradi, piccolo arcipelago composto dalle isole di San Pietro e San Paolo del demanio militare. Si sbarca per un bagno nelle acque cristalline della prima (raggiungibile anche con i mezzi pubblici dell’AMAT).

E infine la nostra scelta su dove soggiornare e dove assaporare tipicità tarantine.

A Lama, frazione alle porte della città (8 km dal centro), dove già si respira aria di vacanza, abbiamo provato per voi il Blue Bay Residence. Inaugurato nel 2013 da Fabio, ingegnere 40enne, questa bella struttura nel verde, affacciata su una tranquilla baia di mare azzurro, offre appartamenti ben accessoriati per famiglie e suite con Jacuzzi per coppie. Potrete cominciare la vostra giornata facendo colazione all’ombra del palmeto, rinfrescarvi nella piscina con acqua salata e senza cloro, rilassarvi mentre i vostri bimbi si divertono con le animatrici del baby club o prendere parte ad uno dei 4 tour alla scoperta delle meraviglie di Taranto e dintorni. Un piccolo villaggio dove vi sentirete subito di famiglia.

Per la cena, lasciatevi sedurre dai sapori di stagione di Primo Vino (Via Galileo Galilei, 25). Fuori dal caos del centro, in un tranquillo quartiere residenziale, la famiglia Frullo vi accoglierà in un’atmosfera da casa di campagna, con luci soffuse, tovaglie a quadretti e tende fiorate. Non perdete l’antipasto della casa (10 gustose portate che spaziano dalle verdure alla carne) e la pasta fresca con porcini, pomodorini e crudo croccante, da accompagnare con un vino bio della vigna dei Baroni Martucci di Squinzano (Le).


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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