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Buenos Aires: città a tinte forti, sentimenti decisi e passioni totalizzanti

Buenos Aires è piena di vita, dai sentimenti contrastanti, capace di far perdere la testa anche ai viaggiatori più esperti. Il viaggio per raggiungere il Paese di cui è capitale, l’Argentina, è lunghissimo. Proprio come le distanze al suo interno: è grande 9 volte l’Italia e confina a Nord con l’Equatore ed a Sud col Polo Antartico.

Cominciamo dal tango, uno dei simboli di Buenos Aires nel mondo. Se lo si vuole ballare tra porteños, meglio scegliere qualche milonga di quartiere, dall’atmosfera autenticamente argentina. Ce ne sono una cinquantina in città, molte aperte di mattina, altre fino a notte fonda. Gran parte si concentra nel quartiere Palermo, un tempo luogo di approdo degli emigrati provenienti dall’Europa. Furono loro che gettarono le basi del tango, frutto della commistione di tradizioni e culture, e dal 2009 anche Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Nelle movenze di questo ballo, nei testi delle sue canzoni e nelle melodie del bandoneon, è racchiuso quell’intreccio di sentimenti profondamente argentini come la passione, la nostalgia, il senso di appartenenza.

Il tango è anche grande spettacolo. Se lo si vuole ammirare danzato da ballerini di fama internazionale sulle note di cantanti e musicisti di grande esperienza, in luoghi eleganti e suggestivi, non perdetevi le cene spettacolo di El Querandì (www.querandi.com.ar) e del Cafè de los Angelitos (www.cafedelosangelitos.com).

A proposito di teatri. A Buenos Aires ha sede uno dei più grandi del mondo (2mila posti): il Colòn (www.teatrocolon.org.ar). Pavarotti disse che aveva “un solo difetto: l’acustica perfetta”. Mix riuscitissimo di stili e marmi italiano, tedesco e francese, racchiude un salone dalla pareti d’oro, lampadari con 200 lampadine (oggi a basso consumo) e, nei 3 piani interrati, le botteghe dove si realizzano costumi, parrucche e scenografie. Imperdibile.

Molto turistico, ma comunque imprescindibile, il Caminito, un tempo quartiere degli immigrati genovesi, a ridosso del fiume Riachuelo, adesso arcinota “via museo”, caratterizzata da case in legno variopinte, per lo più adibite a ristorante e negozi di souvenir. Vi potrà capitare di assistere ad un’esibizione di tango o di riconoscere i volti dei Grandi dell’Argentina nelle gigantografie dipinte sui muri.

Atmosfera completamente diversa, quella che si respira in uno dei nostri quartieri preferiti di Buenos Aires: Palermo, suddiviso in Palermo Soho (in onore dello storico quartiere newyorkese), e Palermo Viejo, caratterizzato da casas chorizo (case contigue che si sviluppano attorno a una galleria aperta). Il quartiere ideale dove bere un mate (infuso tipico argentino) o un cortado (caffè macchiato) accompagnati da medialunas (cornetti di burro o di strutto) e dove fare shopping in boutique di designer locali e grandi firme. Palermo è anche un quartiere dagli enormi spazi verdi. Specie in una città frenetica come Buenos Aires, passeggiare nel Rosedal, circondati da decine di specie di rose diverse, attraversare lo stagno di ninfee del Jardin Japonès (il più grande al mondo fuori dal Giappone) ed ammirare il quotidiano schiudersi della Floralis Genèrica, gigantesca scultura metallica dell’architetto Catalano, è davvero un toccasana. Al calar del sole ed alla chiusura dei negozi, spingendosi verso la parte vecchia del quartiere, comincia una movida notturna senza stagione. Ci si ritrova nei locali intorno a Plaza Serrano, ribattezzata Plaza Cortazar, che nei fine settimana ospita una variopinta fiera dell'artigianato. Proprio a Palermo, dal 25 aprile al 13 maggio, ad autunno appena iniziato, si tiene la 45esima Feria Internacional del Libro de Buenos Aires, una delle più prestigiose della letteratura in lingua spagnola, che richiama oltre un milione di visitatori e lettori ogni anno.

L’arte contemporanea raggiunge il suo apice nello scenografico Puente de la Mujer, unica opera in Sudamerica dell’architetto spagnolo Calatrava. Uno splendido ponte pedonale, sospeso e girevole che consente in due minuti il passaggio dell’imbarcazioni sul Rio de La Plata. Il simbolo della rinascita di un quartiere, Puerto Madero, antico porto, nei cui palazzi di mattoni rossi si trovano adesso ristoranti esclusivi, uffici di multinazionali ed appartamenti di lusso.

A poca distanza ci sono i luoghi simbolo di Buenos Aires: la Casa Rosada, sede del Governo argentino, chiamata così proprio per il colore della sua facciata, risultato della mescolanza del bianco, simbolo degli unitaristi, e del rosso, simbolo dei federalisti. Secondo altri, invece, il rosa era il colore più utilizzato sui palazzi nell’800, perchè ottenuto mescolando la calcina bianca ed il sangue di bovino che ne aumentava la resistenza all'acqua. Questo palazzo dallo stile eclettico si affaccia sulla nota Plaza de Mayo, dove ogni giovedì si riuniscono in segno di protesta e di speranza, le madri e le nonne dei desaparecidos (i dissidenti scomparsi durante la dittatura militare tra il 1976 ed il 1983) con il caratteristico fazzoletto legato in testa. Una piazza particolarmente importante per tutta la capitale. Basti pensare che si affacciano qui il Cabildo, in epoca coloniale sede dell’ayuntamiento dell’impero spagnolo, e la Cattedrale della Santissima Trinità, realizzata nel 1752 in stile neoclassico.

Una capitale da record, dalla quale ci congediamo in uno dei suoi luoghi simbolo: l’obelisco dell’avenida 9 de julio, che con i suoi 140 metri di larghezza è una delle strade più larghe del mondo. Fu costruito dove un tempo sorgeva una chiesa dedicata a San Nicola di Bari e dove, nel 1812, fu issata per la prima volta la bandiera argentina. Un gesto importante per qualsiasi nazione. Per un popolo orgoglioso e fiero come quello argentino ancora di più.


I BIG DELL’ARGENTINA


L’Argentina ha dato i natali a tantissimi personaggi passati alla Storia, ognuno nel proprio campo. Basti pensare ai grandi campioni del calcio (a cominciare da Maradona e Messi), alle stelle del tango (musicisti e ballerini), a pensatori come Borges ed a rivoluzionari come Che Guevara. Certamente, ai giorni nostri, l’argentino più famoso è Papa Francesco (al secolo Jorge Mario Bergoglio) che con il suo accento inconfondibilmente latino americano, salutò i fedeli trepidanti in piazza San Pietro con un “buonasera” che lasciò tutti sorpresi e definì la sua Argentina, dove i cardinali erano andati a prenderlo (in senso figurato) “quasi alla fine del mondo”. Un Papa comunicativo, sorridente, pronto a rompere il ghiaccio con battute simpatiche, ma anche determinato e diretto come il suo popolo. Uno, insomma, che della diplomazia e della forma, non ha mai fatto una scienza esatta.


DOVE DORMIRE


Nel cuore di Palermo il Legado Mitico offre stanze dedicate ad altrettanti personaggi argentini noti nel mondo, con arredi e biancheria di prima qualità. Invece della tradizionale hall, una biblioteca in legno scuro ed un salotto vintage con memorabilia sportive del polo e del calcio. Farete colazione con vista sui fiori del patio interno. Altrettanto bello l’omonimo hotel nella città di Salta (www.legadomitico.com).

Perfetto non solo per il soggiorno, ma anche per una sosta golosa (deliziosi dolci e spuntini salati) o per un tuffo nella piscina climatizzata immersa in un rigoglioso giardino d’inverno, l’hotel Loi Suites a Recoleta, a due passi dall’omonimo cimitero monumentale dove è sepolta la tanto contestata Evita Peròn (www.loisuites.com.ar).

Info: www.destinoargentina.com.ar


Maristella Mantuano




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