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Mar del Plata, regina dell’estate argentina e della “buena onda”

La Miami dell’Atlantico del Sud, la San Diego della East Cost.

Mar del Plata è la città argentina più simile alle capitali statunitensi delle vacanze e del wellness. Un paragone che a noi europei rende bene l’idea ma che gli argentini mal digeriscono, considerato lo storico antagonismo con gli americani del Nord (detti ironicamente “yankees”).

Quindici km di costa battuta dai venti del Sud, dove prati curatissimi lasciano il posto ad ampie insenature di sabbia ricoperte di ombrelloni e file di “carpas” (cabine trasversali alla riva negli organizzatissimi lidi balneari) e sulla quali si affacciano avveniristici grattacieli e storici chalet di pietra locale e legno.

La costa è vissuta tutto l’anno: famiglie a passeggio con bimbi e cani, pattinatori, ciclisti e runner la percorrono dalle prime luci dell’alba, quando il sole sorge sullo scintillante mare argenteo che ha dato il nome alla città. I surfers affrontano le onde perenni dell’oceano, incuranti delle sue basse temperature, ed i rugbisti si affrontano fisicamente nei tanti campi cittadini. Un’ulteriore conferma della passione dei marplatensi per lo sport e la forma fisica (proprio come in Florida e California).

Quattrocento km a Sud di Buenos Aires, Mar del Plata è la città argentina delle vacanze estive per eccellenza. Il milione di abitanti che solitamente la abita, si triplica a gennaio (il corrispettivo dell’agosto europeo), giustificando il numero di hotel e b&b (circa 200) e di ristoranti e locali notturni (400).

I marciapiedi di Guemes, la deliziosa via dello shopping, si popolano fino a trasbordare, specie dopo il tramonto o nelle giornate nuvolose. Gli store dei più famosi brand dello sport si alternano a negozi di intimo, giocattoli, libri e ed abbigliamento uomo/donna made in Argentina. Nessuna grande marca della moda italiana o francese, ma grande spazio alla creatività dei giovani che hanno studiato design e moda: grandi fiere coperte in cui aspiranti designer e stylist vendono le proprie creazioni. Le nostre preferite: Escaparate (all’angolo tra Guemes e Avellaneda) ed Essenza (Moreno 2941).

Da buon Paese latino, anche l’Argentina vive di notte. “Polirubros” e “almacen”(piccoli alimentari), ristoranti e discoteche restano aperti fino all’alba e vie come Alem e H. Irigoyen sono trafficate alle 4 della mattina come alle 4 del pomeriggio. Musica ad alto volume, luci soffuse, arredamento di tendenza e tantissima gente: ecco gli ingredienti di una serata marplatense, sorseggiando alla barra (banco) cocktail o birra (ma attenzione ai controlli alcolemici per chi guida: sono frequentissimi).

Mar del Plata è una città dall’elevata qualità della vita: i venti spazzano l’inquinamento lasciando l’aria salubre, il traffico c’è ma è ordinato (complice una struttura urbanistica prevalentemente composta da “cuadras” perpendicolari – isolati quadrati), il parcheggio non è un’opinione (niente doppie file, per intenderci), il verde è ovunque e le aree pubbliche sono ben tenute e pulite.

I marplatensi, come già detto, amano l’aria aperta e si concedono l’asado domenicale (barbecue di carne) o un mate con facturas (tipico infuso argentino con medialunas dolci o salate – hanno la forma dei nostri cornetti, ma il sapore di una brioche burrosa) nel Parque Camet (zona Nord della città) o nella Sierra de Los Padres. Su questa verde collina dove un tempo s’insediò la missione dei Padri Gesuiti, a soli 15 minuti dalla città, si possono trascorre ore piacevoli all’ombra di alberi secolari, giocare a golf, pregare nella Gruta de Los Pañuelos (dove annodare fazzoletti in segno di fede) ed ammirare splendide ville in legno perfettamente integrate con l’ambiente.

A proposito di proprietà da togliere il fiato: la Beverly Hills di Mar del Plata si chiama Los Troncos. Qui ville enormi, giardini fioriti, prati inglesi, piscine e auto di grossa cilindrata fanno invidia anche a chi ha i piedi ben piantati per terra. E’ qui che sorge Villa Victoria Ocampo, residenza estiva dell’omonima scrittrice d’inizio Novecento. Realizzata interamente in Inghilterra, la struttura di legno fu trasportata a Mar del Plata in nave e rimontata al centro di un grande parco. I suoi ambienti, decorati con i mobili dell’epoca e spesso adibiti ad esposizioni, lo rendono ora un centro culturale dal fascino senza tempo.

Per ammirare la città dall’alto e spingere lo sguardo nell’immensità dell’oceano, salite fino in cima al Torre Tanque (proprio accanto alla bella chiesa Stella Maris): i suoi 40 metri di altezza servono tuttora come deposito per 500 mila litri di acqua e la cisterna da 13 milioni di litri alla sua base è sufficiente al fabbisogno della zona circostante. Per rifocillarsi dopo i 103 scalini in salita (e gli altrettanti in discesa, sempre che non si sia preferito l’ascensore), gli amanti del dolce potranno concedersi un buon gelato al dulce de leche (crema a base di caramello) nella gelateria-boutique Luciano’s oppure un cafè cortado (caffè macchiato) con churros o con alfajores de maicena da Havanna o Manolo. Per gli amanti del salato, invece, non c’è nulla di meglio di qualche empanada (fagottino con ripieni per tutti i gusti) accompagnata da una Quilmes ghiacciata (birra nazional-popolare).

Altro simbolo della città, il Casino Provincial. Questo albergo dallo stile neoclassico, con annessa sala da gioco, fu inaugurato nel 1939 ed è tuttora da sfondo alla maggior parte delle foto dei turisti a Mar del Plata. E’ qui, infatti, che sorgono le enormi sculture dei leoni marini (i cosiddetti lobos marinos), omaggio ai circa 800 in carne ed ossa (tutti maschi) che vivono serenamente nella riserva sulla scogliera Sud del porto.

Sarà perché a Mar del Plata ha sede la più grande comunità italiana dell’Argentina (tra le più grandi del mondo). Sarà perché il “no pasa nada” ed il “buena onda” alla base della filosofia di vita marplatense (equivalenti argentini dello statunitense “take it easy”) sono quanto di più sano per vivere bene. Sta di fatto che il fascino di questa città fa spesso dire a chi la visita (italiani in primis): mi ci trasferirei, certamente almeno per sei mesi all’anno. Il sogno in fondo è quello di inseguire l’estate tra Italia ed Argentina. Di quest’ultima Mar del Plata ne è davvero la regina indiscussa.


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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