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Piccoli, mansueti e morbidi: in Basilicata l’unico allevamento di Alpaca del Sud

Chiariamo subito una cosa: sono cugini dei lama, ma molto più simpatici, morbidi, piccoli, docili e profumati. Sono gli alpaca, teneri animali allevati tradizionalmente in Perù, Bolivia e Cile, per ricavarne pregiata lana. Dalle Ande alle colline lucane il passo è breve: si trova ad Acerenza, infatti, l’unico allevamento del Sud Italia: BasilicatAlpaca. Con affaccio sul lago artificiale di Acerenza, tra ciclamini selvatici, cani, gatti e paperelle, Canio accompagna i suoi ospiti in un’interessante visita all’allevamento. Potrete conoscerli approfonditamente, accarezzarli e portarli al guinzaglio, dar loro da mangiare ed intrecciare un braccialetto fatto con un gomitolo ricavato proprio dalla loro lana. La sorella Manuela, in paese, gestisce il negozio dove vengono venduti maglioni, cappelli, sciarpe, etc. prodotti con la lana degli alpaca di Canio (ogni alpaca ne produce fino a 4 kg l’anno), filata in un’azienda di Vicenza e confezionata in un maglificio locale. Leggera, brillante, senza lanolina, questa lana morbidissima non infeltrisce e non dà allergie, contiene un antiparassitario naturale ed è presente in natura in 22 colorazioni.

A noi è capitato di visitare l’allevamento il giorno prima della tanto attesa nascita (la gravidanza dura ben 11 mesi ed il parto solitamente avviene di mattina) di una nuova componente della famiglia, la piccola Jasmine: “Un’emozione enorme. So già che non dormirò per venire a controllare che la mamma la stia allattando e che tutto vada per il meglio”, ci dice, trepidante, Canio. Dopo di lei è arrivato anche Golia. E con lui sono diventati 12 gli alpaca della famiglia Caruso. Non possiamo immaginare l’emozione nel 2009, quando arrivarono ad Acerenza, direttamente dal Perù, i primi tre esemplari: Roy, Manu e Annuna.

Un’esperienza da vivere in famiglia, quella della visita all’allevamento di Acerenza, da concludere con un piacevole pic nic nell’area attrezzata vista lago a disposizione dei propri ospiti. Un posto pensato proprio per una scampagnata in compagnia, con tavoli, barbecue in pietra, fontane e servizi igienici con fasciatoio. Gli ospiti possono portare cibo da casa, sostare prima o dopo la visita, festeggiare ricorrenze varie a pochi metri dagli alpaca e dinanzi ad un panorama davvero mozzafiato.

Per chi voglia arrivare in paese, un’altra meravigliosa scoperta. Acerenza, infatti, si fregia di essere stata riconosciuta come uno dei Borghi più belli d’Italia, abbarbicato a 800 s.l.m., e dominato dall’imponente cattedrale fatta costruire dal condottiero normanno Roberto Il Guiscardo e successivamente dedicata a Santa Maria Assunta e a San Canio, tra i più importanti monumenti della Basilicata. Tutta la sua magnificenza architettonica raggiunge l’apice nel bellissimo portale decorato da allegorie di uomini e animali avvinghiati tra loro.

Raggiungete poi il belvedere Torretta: da qui lo sguardo può essere spinto tra i colori dell’alta valle del Bradano. Nel centro storico si susseguono fontane e palazzi di pregio, cortili fioriti, portali in pietra e piazzette lastricate. Interessante visitare il Museo Diocesano, che racchiude i tesori della Cattedrale, e quello etnografico, che riproduce la tipica casa contadina di un tempo con stalla, cucina, camera da letto e pollaio. Ed infine quello dei legni intagliati, all’interno del medievale Convento di Sant’Antonio di Padova.

Se siete alla ricerca di un buon calice di vino Aglianico del Vulture, siete nel posto giusto. Perché allora non accompagnarlo con i maccheroni di pasta fresca conditi con pomodori cruschi oppure con la casereccia “z’zridd” con fagioli e lenticchie. Nella città che nel 2014 ha ricevuto il premio per il miglior panettone d’Italia, non sarà un problema nemmeno trovare un dolce gustoso. Anzi, ce n’è uno per tutte le stagioni: “sasanidd” di grano duro cotto nel mosto, lasagne con noci, mandorle, mollica di pane e vino cotto, “sfogliolato” ripieno di cannella, uva sultanina e alici. Se invece capitate ad Acerenza nel periodo pasquale, assaggiate il Pastizz di ricotta. A Natale, invece, i “Calzoncelli” di castagne e ceci. Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutte le stagioni.


Testi  Maristella Mantuano




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