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Sentieri tra sorgenti e querce secolari a Fardella, perla del Pollino lucano

La lucana Fardella, con i suoi poco più di 500 abitanti, abbarbicata a 745 s.l.m., nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, gode di una posizione panoramica sulle verdi colline circostanti e sui boschi ombrosi, dove si nascondono sorgenti di acqua gelida purissima ed antiche fontane.

Con Teana, Chiaromonte e Calvera, Fardella è tappa del Cammino del mischiglio, così come viene definito il mix di farine di grano, fave e cereali tipico di questo territorio. Una parola che indica anche la varietà dei diversi elementi naturali che si possono incontrare nel percorso e scorgere dall’alto: il fiume Sinni, il torrente Serropotamo, i monti Raparo e Pollino e la diga di Monte Cotugno, insieme a tramonti infuocati ed albe rosa.

La storia di Fardella è recente (poco più 300 anni) ma le prime tracce di presenza umana risalgono alla fine del XVII secolo. Abbiamo passeggiato nelle sue viuzze strette, intervallate da scalinate, palazzi dei signorotti locali e case contadine. Il cuore è certamente la raccolta Chiesa madre, dedicata a S. Antonio di Padova, le cui prime tracce risalgono al 1704, ma ricostruita più volte (l’ultima dopo il terremoto del 1857). A poca distanza c’è il Museo della Parola, ospitato nel seminterrato dell’antico palazzo della famiglia Donato. Qui è conservato un frantoio completo di vasca di raccolta dell’olio, camino in cotto, torchi ed un impianto di industrializzazione di inizio 900. Attraverso alcuni contributi audiovisuali, potrete ascoltare dalla voce di anziani fardellesi storie e tradizioni di questa terra intrisa di ricordi ed oggi attanagliata dal fenomeno dell’emigrazione. Il palazzo più rappresentativo del centro di Fardella è certamente il cosiddetto Caprarizzo, con la sua grande facciata ad arcate, che nell’ultimo periodo d’uso fu certamente adibito alla custodia degli animali da pascolo.

Fardella è il punto di partenza ideale anche per lunghe passeggiate e percorsi di trekking. Possiamo cominciare dal punto più alto: Serra Cerrosa, 930 mt sul livello del mare. Battuto da venti freddi, è un luogo privilegiato per ammirare le tre vette più alte del Pollino: Serra Dolce Dorme, Monte Pollino e Serra del Prete. Ai più fortunati può capitare anche di scorgere un nibbio reale in volo. Lungo la passeggiata, ci si imbatte in fragoline di bosco, more, sotto aceri campestri e castagni, tra ginestre e pungitopo. Un habitat scelto anche da lepri, volpi, faine, martore, cervi, caprioli, cinghiali e picchi neri. Alla base del paese, invece, sorge un piccolo laghetto, circondato da fitta vegetazione che garantisce ombra e refrigerio a quanti lo scelgono come location di un pranzo al sacco. Si estende per 9 ettari, invece, il vicino Parco Comunale Barbattavio che ospita campi sportivi, oltre ad un’area di notevole pregio naturalistico. Bella anche la vicina ed antica Fontana della Salute. In questo sistema di vasche, tra muschi e piante acquatiche, le donne andavano a lavare i panni. Oggi è il luogo preferito di quanti cercano refrigerio nelle calde giornate estive, complice l’acqua che scorre ininterrottamente, gelida e salubre, anche in piena estate.

Ed è proprio in piena estate, il 18 agosto, per l’esattezza, che si festeggia il prodotto agroalimentare tipico di Fardella: i raskiatiell. Questa pasta fresca, ottenuta mescolando la farina “carosella”, quella di grano tenero e quella di fave, prende una forma simile ad un orecchio, dopo essere stata raschiata con le dita. Condita con sugo lento di pomodoro fresco, peperone, aglio e basilico, si accompagna spesso con peperoncino piccante. La Sagra dei Raskiatiell di Fardella, inizialmente pensate come festa degli emigranti che tornavano per le ferie, è ora diventata un richiamo per centinaia di turisti.

A disposizione dei visitatori un’area sosta camper in posizione strategica, a due passi dal paese (e da poste, supermercato, bar e pizzeria). In piano, illuminata e con tutti i servizi (lavabo stoviglie, bagni, docce calde, zona comune al chiuso, carico, scarico ed elettricità), è molto apprezzata per la bella vista sulle colline sottostanti e per la gestione affidata al sig. Gennarino Di Sario, gentile, presente e sempre disponibile con gli ospiti a far da Cicerone nella conoscenza di Fardella. Il tutto ad una tariffa eccezionale: appena 5 euro al giorno.

Per chi viaggia in modo tradizionale, invece, c’è il pittoresco Borgo San Vito, immerso tra oliveti e vigneti dei quali potrete assaggiare un ottimo olio extravergine ed uno squisito vino aglianico. Cavalli per andare alla scoperta della natura circostante, della grotta e della libreria sotto gli alberi. Una grande casa per gruppi numerosi oppure tre stanze doppie e triple nuove e dotate di ogni confort, una piscina per l’estate e cene a base di grigliate di carne e piatti della cucina tradizionale lucana con ingredienti a km zero. I proprietari Franco e Laura lo hanno reso il luogo ideale dove staccare dalla routine quotidiana. Da qui distano poco le due famose querce secolari che si celano all’occhio dei più perché nascoste in un’ansa di Contrada Cerse, tra i poderi coltivati. Forse proprio questo non essere a vista le ha preservate pressoché intatte, con la possenza dei loro tronchi rugosi e l’intreccio insolvibile dei rami protesi verso il cielo. Alla base, i versi del poeta Tonino Guerra incisi su una pietra, anch’essa garanzia di resilienza al passare del tempo. Proprio come Fardella.


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




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