• Borgo Lamurese
  • La capretta Heidi
  • La sala colazioni
  • Margherita
  • Vincenzo
  • 1005Margherita/2
  • Vincenzo/2
  • Margherita/3
  • Vincenzo/3
  • Margherita/4
  • Gli abitanti del borgo
  • Il pollo alla fisc-tac del ristorante
  • Il castello di Lagopesole
  • L’ingresso al castello
  • Il cortile maggiore
  • L’esterno
  • La carta geografica interattiva
  • Il busto di Federico II
  • La Taverna
  • L’albero del riciclo
  • Osteria Medioevo
  • Sulla via per San Fele
  • Sulla via per San Fele/2
  • San Fele
  • L’inizio del percorso
  • Il percorso
  • La cascata “U Urtonë”
  • Il ponte di epoca fascista
  • La cascata degli Innamorati
  • L’abbeveratoio
  • La cascata “Il Paradiso”
  • Antonio
  • La cascata degli Innamorati/2
go back

Valle di Vitalba, un weekend a quattro zampe nel regno di Federico II

Enormi spazi verdi, paesini abbarbicati sui cucuzzoli delle montagne, poche macchine e tanta natura. La Basilicata è il luogo ideale per una vacanza che ritempra lo spirito e trasporta in una dimensione autentica, intrisa di storia e tradizioni, indietro nel tempo. E’ anche il luogo ideale per condividere il tempo libero con i propri cani alla scoperta di una cultura millenaria, fatti di gesti che si ripetono da generazioni.

Il nostro viaggio comincia ad Avigliano, comune della Valle di Vitalba, nel Potentino, che, con ben 5 frazioni, arriva a 12mila abitanti e 1.200 metri di altezza. Il corso dei negozi e delle botteghe comincia dalla cinquecentesca piazza intitolata al giurista aviglianese Emanuele Gianturco. Palazzi sontuosi, eredità di famiglie di notai ed avvocati (tradizione di cui gli aviglianesi vanno fieri), si alternano a botteghe artigianali come “Il filo di Arianna” (via S.M. del Carmine 18) dove tele, fili e merletti abbracciano il gusto moderno nel cuore di un centro storico che sembra un presepe tutto l’anno.

Ne è uno splendido esempio Palazzo Gagliardi: la facciata settecentesca con un maestoso portale di pietra in bugnato, sormontato dallo stemma della famiglia, immette in un giardino pensile con arcate. Il nucleo originario del paese è di origine sveva: la gente di Federico II popolò a lungo questa terra lasciando ben impresse, oltre a capelli rossi e biondi, incarnati chiari e lentiggini, anche la coltivazione del granturco, il baccalà e la polenta.

Per vivere un’esperienza 100% lucana, “Borgo Lamurese”. Inaugurato due anni fa, questo variopinto borgo rurale appartiene da 4 generazioni alla famiglia Sacco. Immerso tra i campi coltivati di questa terra fertile, deve il nome a Muro Lucano, paesino d’origine degli avi di Ignazio e sua sorella, che oggi lo gestiscono con cura e lungimiranza. Nella sala colazioni, decorata sui toni del lilla e con sottofondo musicale, gli ospiti possono fare colazione in autonomia: marmellate, biscotti, cereali, yoghurt, latte, caffè e tè sono sempre a disposizione. Sulle pareti, le foto d’epoca del nonno Andrea a lavoro nel borgo e nei campi. Le quattro ampie stanze sono modernamente rifinite ed equipaggiate di ogni comodità (tv lcd, aria condizionata, riscaldamento). La suite, in più, offre un bel letto a baldacchino, un salottino con caminetto ed un terrazzo affacciato sulla vallata. Vincenzo e Margherita, cugini dei padroni di casa e residenti nel borgo, vi daranno il benvenuto con i loro cagnolini, conigli, gatti e galline. La socievole capretta Heidi, rimasta orfana ed allattata dalla coppia con latte di mucca, docile come un cane, vi aspetterà al mattino fuori dalla porta della stanza per farsi accarezzare. Prima di andar via non rinunciate ad una spesa a km zero: uova appena covate e verdura colta al momento sono il miglior souvenir. Ovviamente i cani sono ben accetti. www.borgolamurese.it

Per una cena all’aviglianese, vi consigliamo il “Ristorante da Tuccio” anch’esso gestito da fratelli: Carmelina e Luciano Genovese. Istituzione della ristorazione locale, con i suoi 33 anni di attività, fu fondato dal padre Tuccio, ideatore di una prelibatezza ormai famosa: il pollo alla fisc-tac con patatine. Il nome riproduce il rumore che fa l’olio durante la frittura quando brucia il grasso prima (fisc) e la carne poi (tac). Deliziosa anche la crema di mascarpone con scorzette di arancia e nocciole tritate. Di giorno, saziate anche sguardo ed anima: dall’enorme sala vetrata si gode di una vista meravigliosa. info: ristorantedatuccio

Imperdibile, a 25 minuti d’auto, il castello di Lagopesole. Per arrivarci da Avigliano, salite fino in cima alla collina ed attraversate la foresta (SP 50): vi comparirà maestoso e possente a dominare tutta la valle di Vitalba (820 s.l.m.). Il legame con i 700 abitanti che abitano questa piccola frazione è viscerale: vengono infatti chiamati “castellani”. Gli avvenimenti e le epoche principali della storia lucana hanno come scenario questo luogo: fatto costruire dall’imperatore Federico II di Svevia come residenza di caccia e vacanze, divenne prima dimora di suo figlio Manfredi ed, in epoca angioina, prigione di sua moglie Elena e dei suoi figli. Una leggenda vuole che nelle notti di luna piena la sua lanterna si intraveda dietro le finestre che si affacciano nei due cortili proprio mentre cerca invano il suo Manfredi. Nell'Ottocento, il castello fu anche rifugio dei briganti capeggiati da Carmine Crocco, per questo fu qui girata la fiction “ Il Generale dei Briganti” di Paolo Poeti (2012).www.prolocolagopesole.it

Cominciate la visita dal Museo Narrante “Il mondo di Federico II” realizzato da Unicity e Cinecittà Studios. Storie, immagini, voci e musiche che affollano le sale del castello hanno già incantato 20mila visitatori in tre anni. Scenografie d’effetto, alta tecnologia e ricerca storica: sono questi gli ingredienti vincenti che rendono adesso il castello uno dei grandi attrattori turistici della Basilicata. Il percorso comincia nella Sala della Carta geografica e della Sfera, dove, scorrendo il cursore lungo la barra della “linea del tempo”, si ripercorrono nello spazio e nel tempo le gesta dell’Imperatore. Grandi nomi, insieme a comparse provenienti da tutta la Basilicata, hanno collaborato alla realizzazione dei cortometraggi incastonati come pietre preziose nella gigantesca corona imperiale ottagonale. La Sala della Corte è un’esperienza che coniuga grande teatro e raffinata tecnologia: in una proiezione a 360 gradi lo stesso Imperatore, l’ultima moglie Bianca Lancia e il figlio prediletto Manfredi, interpretati da Remo Girone, Lorenza Indovina e Antonio Manzini, si raccontano in prima persona, rivelando lati umani inediti e segreti. La Sala dei Reperti espone documenti federiciani e silhouette interattive dove si alternano i personaggi del tempo, dalla castellana allo scudiero, dal cavaliere allo speziale. Qui racconto e storia diventano spettacolo multimediale, esperienza di emozioni e conoscenza. www.castellolagopesole.com

Interessante anche la parte del castello in gestione all’omonima cooperativa: visiterete la cappella (anche se per dimensioni dovrebbe chiamarsi chiesa) con il matroneo direttamente collegato a suggestivi camminamenti illuminati solo dalla luce che penetra dalle feritoie, e l’Antiquarium contenente un’infinità di frammenti di quanto gettato dagli Angioini appena saliti al potere: gusci di ostriche, capitelli, cornici e mensole, un rosone in arenaria, bassorilievi, marmi policromi, stoviglie in ceramica dipinta, pedine in osso lavorato e monete. A testimonianza della tanta vita vissuta nel castello in epoca sveva. www.castellodilagopesole.com

Per una sosta enogastronomica a Lagopesole, ecco due posti da non perdere.

“La Spagna in fondo è una Basilicata più grande senza peperoni cruschi” è il provocatorio motto del posto. Ma in fondo, Peppe ed Irene, che ad Alicante hanno vissuto un anno, ci credono davvero. Per questo hanno aperto a luglio scorso La Taverna, una taperia/trattoria alle pendici del Mastio, che coniuga la tradizione degli stuzzichini spagnoli (tapas e paella il venerdì) con i piatti tipici lucani. Bello anche il logo, raffigurante il nibbio reale, uccello simbolo lucano, in volo sul profilo stilizzato del castello. Dinanzi al caminetto ed alla radio d’epoca d’inverno e sotto il pergolato fiorito d’estate, assaggiate i celebri strascinati con mollica e peperoni cruschi. Sono i migliori della zona. www.tavernalagopesole.it

In tema storico, invece, l’Osteria Medioevo gestita con cura e garbo da Mariangela e da sua mamma Carmelina. I piatti, preparati da quest’ultima come farebbe nella cucina di casa, coniugano i prodotti locali di stagione con un pizzico di creatività. Il risultato sono delizie come ravioli alle ortiche, orecchiette funghi, speck e castagne, e strascinati zucchine, salsiccia e curcuma. Eccezionali i dolci, rigorosamente “home made”: la torta Pier delle Vigne a base di vino rosso Aglianico va per la maggiore tra gli habitué, ma non sono da meno il tortino al pistacchio ed i taralli con glassa di zucchero ed anice. www.osteriamedioevo.it

A testimonianza della ricchezza d’acqua di questa terra, il torrente Bradano forma lungo il suo corso splendide cascate a ridosso del centro abitato di San Fele (920 s.l.m.). Bastano 45 minuti d’auto per raggiungerle da Avigliano, un viaggio da intervallare con la visita alla suggestiva Badia di Santa Maria di Pierno, di origine normanna. La sua bellezza (e quella delle cascate) ripaga ampiamente la distanza. Negli specchi d’acqua e sotto i salti anche di decine di metri, la maggior parte dei sanfelesi ha imparato a nuotare o ha trascorso l’estate in gioventù. C’è chi, invece, alla cascate ci andava per lavoro: sono tuttora visibili, infatti, i mulini ad acqua in funzione fino agli anni ’30, gli abbeveratoi in pietra per gli animali e la famosa cascata alle spalle della gualchiera utilizzata in passato per rendere la lana più impermeabile sfruttando la forza dell'acqua (il rumore ritmato, complice l’eco della vallata, si sentiva fino in paese). E’ dalla traduzione in dialetto di gualchiera (U Uattënniérë) che prende il nome l’associazione di volontari che organizza visite guidate e gratuite (ma le donazioni libere sono bene accette) alle cascate con durata e grado di difficoltà da calibrare in base agli ospiti umani (quelli a quattro zampe saranno ben contenti di scorazzare liberi per ore).

Michele, Antonio e Donato ci hanno condotti lungo le vecchie mulattiere utilizzate in passato per arrivare in paese, facendoci attraversare anche un ponte realizzato durante il Ventennio con tanto di stemma littorio. Tra ortiche e rose canine, pungitopo, muschi e ginestri, vi racconteranno di flauti e dosatori di vino fatti con canne di bambù, di antiche tradizioni contadine e di storie che si tramandano di generazione in generazione. Cercate di visitarle nel periodo di massima portata del torrente: la cascata “U Urtonë”, la più alta, vi stupirà per la sua potenza e quella romantica “degli Innamorati” (dov’è stata girata la miniserie televisiva sul brigante Crocco) vi ricorderà l’abito bianco di una sposa. In quattro anni sono state visitate da ben 70mila persone (tra le quali anche vip come Giuliano Gemma, Vittorio Sgarbi e Luxuria). Perché in Basilicata anche le cascate sono a misura d’uomo: poco clamore, tante emozioni. www.cascatedisanfele.it


Testi  Maristella Mantuano

Foto  V. Liotine




Every picture is protected by copyright and trademark law and other related intellectual property rights. Copyright, in the pictures as owned by Victor Liotine. The pictures are also protected by moral rights. The owner asserts his moral right to be identified as the author wherever and whenever his photographs are copied or distributed by any means