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Il Carnevale Unesco di Basilea tra musica, lanterne e maschere

Tutto comincia al buio pesto delle 4 di mattina. La temperatura è spesso sotto lo zero, ma la voglia di far festa è alle stelle. Una tradizione millenaria , quella del Carnevale di Basilea, tanto da diventare, nel 2017, Patrimonio Immateriale dell’Unesco, oltre che il più grande della Svizzera ed il più importanti tra quelli protestanti di tutto il mondo.

Quest’anno in programma dal 27 febbraio al 1 marzo, comincia proprio il lunedì dopo il mercoledì delle Ceneri. Il Morgestraich trasforma il centro città in un mare di lanterne dipinte a mano, dove sfilano migliaia di pifferai e suonatori di tamburo mascherati. Alle 4.00 in punto, al rintocco delle campane della chiesa di San Martino, tutte le luci del centro si spengono e per le vie del centro risuona la melodia tradizionale della marcia di Carnevale.

Nel pomeriggio del lunedì prende il via, invece, il cosiddetto Cortège che termina il mercoledì, al termine della celebrazione della propria allegoria (sujet) da parte di ben11mila figuranti in formazioni diverse: carri, carrozze, bande di fiati, maschere singole, gruppi di grandi e piccole dimensioni, etc. In queste tre giornate in cui la città di Basilea perde il suo aplomb composto e sobrio, per abbracciare l’irriverenza del Carnevale, non perdete al tramonto nella Münsterplatz, l’esposizione delle oltre 200 lanterne di ogni foggia e colore, realizzate artigianalmente sia con design e materiali innovativi che tradizionali. Caramelle, filastrocche divertenti e coriandoli sono invece i protagonisti del corteo dei bambini (binggis) del martedì pomeriggio. La festa prosegue, nella serata di martedì: 60 bande (guggen) di fiati e percussioni si esibiscono nelle tre grandi piazze (Barfüsserplatz, Marktplatz e Claraplatz). Satira e sagacia, infine, caratterizzano le canzonette di scherno (schnitzelbängg) dei menestrelli. Le celebrazioni si concludono il giovedì, sempre alle 4.00 in punto, con l’Ändstraich: sulle note di un pezzo musicale di chiusura ci si da appuntamento al Carnevale dell’anno dopo.

Visitare Basilea a Carnevale, come a Natale durante i mercatini natalizi, significa vederla nel suo massimo splendore. Perché quindi non cogliere l’occasione proprio per scoprire le bellezze senza stagione di questa città svizzera? Cominciamo dicendo che il sistema di trasporto pubblico funziona bene, le piste ciclabili sono tante e le auto poche (solo un abitante su tre ne possiede una). Una città green, insomma.

Basilea è punto di incontro tra musei di fama mondiale e panorama artistico giovane e dinamico. Terza città più grande del Paese dopo Zurigo e Ginevra, è la più antica città universitaria svizzera ed ha uno splendido centro storico con negozi di antiquariato, gallerie d’arte e teatri. Tanti gli spazi verdi e piacevoli le passeggiate sulle sponde del Reno.

Il nostro tour comincia attraversando Spalentor, la più sontuosa e imponente delle tre porte cittadine della cinta muraria del 1400. Passavano da qui i carichi di merci provenienti dall'Alsazia ed i contadini veneravano la Madonna esposta sopra il varco, una delle poche in una città a maggioranza protestante. Proprio i contadini percorrevano poi in discesa la Spalengraben, costellata di botteghe e fontane (in città ce ne sono oltre 300 di acqua potabile), fino alla piazza del mercato. Entriamo, quindi, nel cuore pulsante della città dove visse fino alla morte, Erasmo da Rotterdam, che qui si trasferì per la qualità delle stamperie cittadine (le sue spoglie sono conservate nel duomo cittadino).

Abbandonate le vie principali e percorrete i vicoli più intimi, come quello cosiddetto “dello zenzero” (Imbergässlein) che ospita al civico 31, il Museo più piccolo della città, quello, cioè, degli oggetti che si possono mettere in tasca, e le piazzette raccolte come Andreasplatz, con al centro la fontana della scimmia con cappello che mangia uva, al cospetto della quale assistere a concerti jazz ad agosto o al mercato delle piante selvatiche a maggio.

Proseguiamo la nostra visita dirigendoci verso la piazza dove si affaccia il Palazzo del Municipio, in rossa pietra arenaria, tipica della zona, proprio come gran parte degli edifici storici della città. Sede del governo cittadino e del Parlamento, è sormontato da una torre imponente e da pitture trompe l’oeil all’esterno, funzionali a mascherare gli ampliamenti strutturali che si sono susseguiti nel tempo. Nel grazioso cortile interno, i cittadini possono scrivere i propri desideri e suggerimenti che spesso costituiscono un utile spunto di riflessione per gli amministratori. Nella «Ehrespalebärglemer», sorta di Sala delle celebrità basilesi, è stata di recente aggiunta anche la targa con il nome del cittadino più illustre dei nostri giorni: il tennista Roger Federer.

Da non perdere anche il Duomo protestante della città, un tempo chiesa cattolica, anch’esso in arenaria rossa, con tegole colorate e due torri slanciate. Uno degli elementi più tipici dello skyline cittadino, ultimato intorno al 1500 in stile gotico e romanico, ci ha colpiti anche per le 600 sedie in legno tutte diverse al posto delle più comuni panche. La piazza che lo circonda è oggi un luogo di incontro ed eventi, ed alle sue spalle c’è la bella Pfalz, come viene chiamata la terrazza sul Reno, uno dei punti panoramici più amati della città. Per affacciarvi sul Reno, attraverserete i portici, tra pietre tombali di canonici e personalità cittadine, poi un silenzioso giardino ed infine la balconata sulla città nuova.

Svettano qui i grattacieli delle multinazionali dell’industria farmaceutica (prime fra tutte Roche e Novartis) che qui affonda le proprie radici nella lunga tradizione della colorazione della seta, prima naturale e poi chimica. Ed è proprio al Reno, navigabile grazie alle sue enormi dimensioni, che a Basilea sono sempre stati agevolati i trasporti delle materie prime e quindi anche la logistica funzionale a grandi manifestazioni, come quelle fieristiche, che in città contano ben 25 appuntamenti internazionali all’anno, tra cui la nota Fiera dell’Arte.

Ecco due indirizzi da non perdere per il vostro soggiorno:

L’Hotel Odelya a 3 stelle è situato in una tranquilla zona residenziale ma a due passi dalla Spalentor. Questa casa missionaria del 1860, ampliata nel 2020, è immersa in un parco di piante rare, scelto come habitat da farfalle, scarabei, libellule ed uccellini. Le stanze sono moderne e dotate di ogni confort, l’edificio annesso è stato realizzato con grande attenzione all’impatto ambientale: impianto fotovoltaico, teleriscaldamento, ventilazione a recupero di calore e tecnologie all'avanguardia, per ridurre al minimo i consumi energetici.

Ci è piaciuto moltissimo anche il Der Teufelhof, nella città vecchia, un centro culturale a 360 gradi. Ospita un hotel con 33 camere dislocate nell'edificio storico Art Hotel o nella parte più moderna, il Gallery Hotel, due ristoranti- il fusion Bel Étage ed il local Atelier- un Café & Bar con giardino e l'enoteca Falstaff, incastonata nelle mura storiche della città. E ancora: un teatro per spettacoli satirici e cabaret e mostre d’arte contemporanea negli ambienti comuni. Davvero una bella scoperta.

E infine una piccola tip sui trasporti: l’aeroporto di Basilea (in comune con Friburgo e Mulhouse, perché proprio al confine con Germania e Francia) è collegato con molti scali italiani. Noi abbiamo comodamente volato da Bari con easyJet, che collega la città Svizzera anche con Brindisi, Roma, Lamezia, Napoli, Palermo). Orari comodi, voli puntuali e tariffe economiche (specie se si prenota in anticipo) hanno reso il nostro viaggio ancora più piacevole.

Info: basel.com/it


Testi  Maristella Mantuano




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